L’Altare della Reposizione

Unità Pastorale Velletri nord

L’altare della Reposizione è il luogo in cui viene riposta e conservata l’Eucaristia al termine della celebrazione eucaristica del Giovedì Santo.
La Reposizione dell’Eucaristia si compie per invitare i fedeli all’adorazione del Santissimo Sacramento nella notte tra Giovedì e Venerdì Santo, in ricordo sia dell’istituzione del Sacramento dell’Eucaristia (Mt 26, 26-29; Mc 14, 22-25; Lc 22, 19-20) sia della veglia di preghiera di Gesù nel Getsemani (Mt 26, 36-44; Mc 14, 32-40; Lc 22, 39-46).
Nella tradizione e nel linguaggio popolare gli altari della Reposizione sono impropriamente chiamati “sepolcri”.
Tale terminologia è impropria perché il sepolcro sta ad indicare un luogo di morte e invece gli altari della Reposizione conservano l’Eucaristia che per la Chiesa cattolica è Gesù risorto.
E’ piuttosto il luogo dell’adorazione silenziosa.

Unità Pastorale Velletri nord

A tu per tu con colui dal quale sappiamo di essere amati: meditare come insegna S. Teresa di Gesù
Sei davanti a Gesù, realmente presente nell’altare della Reposizione. Ti aspettava.
Se hai difficoltà nel pregarlo, aiutati con una immagine che lo raffigura e rendilo presente al tuo cuore.
Oppure leggi un brano del Vangelo, leggi le pagine della sua Passione e rifletti: ha fatto tutto questo per te. “È cosa buona fermarsi per un momento a meditare sul mister di Cristo legato alla colonna, pensare alle sofferenze che ha patito, al perché le ha subite e con quale amore lo ha fatto” (Teresa di Gesù).
Ripetilo al tuo cuore: l’ha fatto per me.

Unità Pastorale Velletri nord

Ascoltalo
«Il Dio della rivelazione biblica parla anche senza parole: “Come mostra la croce di Cristo, Dio parla anche per mezzo del suo silenzio.
Il silenzio di Dio, l’esperienza della lontananza dell’Onnipotente e Padre è tappa decisiva nel cammino terreno del Figlio di Dio, Parola incarnata. (…) Il silenzio di Dio prolunga le sue precedenti parole. In questi momenti oscuri Egli parla nel mistero del suo silenzio” (Esort. ap. postsin. Verbum Domini, 30 settembre 2010, 21).
Nel silenzio della Croce parla l’eloquenza dell’amore di Dio vissuto sino al dono supremo. Dopo la morte di Cristo, la terra rimane in silenzio e nel Sabato Santo, quando “il Re dorme e il Dio fatto carne sveglia coloro che dormono da secoli” (cfr Ufficio delle Letture del Sabato Santo), risuona la voce di Dio piena di amore per l’umanità.
Se Dio parla all’uomo anche nel silenzio, pure l’uomo scopre nel silenzio la possibilità di parlare con Dio e di Dio.

“Abbiamo bisogno di quel silenzio che diventa contemplazione, che ci fa entrare nel silenzio di Dio e così arrivare al punto dove nasce la Parola, la Parola redentrice” (Omelia, 6 ottobre 2006)». Da “Parola e Silenzio” del Santo Padre, Benedetto XVI ,24 gennaio 2012.

Unità Pastorale Velletri nord

Guardalo
Santa Teresa di Gesù, maestra di orazione, diceva “Guardiamo Lui che ci guarda”. Proviamo a immaginare i suoi occhi nei nostri: “Immagina lo stesso Signore vicino a te, e guarda con quale amore ti sta guardando… Mai lo Sposo distoglie i tuoi occhi da te…
Lo troverai nella misura in cui lo desideri… se sei triste o in mezzo a qualche problema, guardano nell’Orto degli Ulivi … o sotto il peso della croce.
Lui non attende che questo, che noi lo guardiamo. (…)
Facciamogli compagnia, parliamogli, sollecitiamolo, umiliamoci”. (Teresa di Gesù)

Parrocchia San Giovanni Battista Velletri “La comunione che condividiamo trova le sue radici più profonde nell’amore e nell’unità della Trinità”.

Amalo e lasciati amare
“Non solo lo guarderete, ma anche conforterete la vostra anima parlandogli; non dicendo preghiere precostituite, ma pronunciando delle parole sgorgate dal vostro cuore in pena, cosa che egli apprezza enormemente” (Teresa di Gesù).

Fagli  compagnia
(Dal Vangelo secondo Matteo) “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”.
Così disse agli apostoli nell’Orto del Getsemani. Ora che sei qui, prova a vegliare con Lui. “Mi trovavo molto bene con l’orazione dell’orto dove gli facevo compagnia. Pensavo al sudore e all’afflizione che vi aveva sofferto, e desideravo di potergli asciugare quel sudore così penoso. Ma ripensando ai miei gravi peccati, ricordo bene che non ne avevo il coraggio”. (Teresa di Gesù)

Parrocchia San Giovanni Battista Velletri “La comunione che condividiamo trova le sue radici più profonde nell’amore e nell’unità della Trinità”.

Ringrazialo
“Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori” (Is. 53, 4)
Nell’Orto degli Ulivi, Cristo rivive in sé, trasfigurandola, tutta la nostra tristezza.
Anche oggi la tristezza risucchia il mondo e il Getsemani, con il Cristo agonizzante, è ancora l’unico luogo capace di vita.
Prova a ricordare il momento in cui hai avvertito, forte, la sua presenza, il suo aiuto quand’eri triste o nell’angoscia.
Ringrazialo per tutte le volte che il tuo cuore si è sentito consolato e digli: “So che ci sei, qui con me, anche quanto mi sembri silenzioso e lontano”.
Ma soprattutto digli grazie per come ti ha amato fino al sacrificio della vita.

Portalo con te
(dal Vangelo di Giovanni) “Rimanete nel mio amore”. Pregava Teresa di Gesù: “Camminiamo insieme, Signore! Dovunque andrai, voglio venire; dove tu passerai, anch’io voglio passare”.

La preghiera è un intimo colloquio di amicizia. Il vantaggio di avere un amico come Gesù è che è sempre con te e puoi parlargli e sentirlo vicino ogni volta che ne hai bisogno: “Dobbiamo ritirarci in noi stessi, anche in mezzo al nostro lavoro, e ricordarci di tanto in tanto, sia pure di sfuggita, dell’Ospite che abbiamo in noi, persuadendoci che per parlare con Lui non occorre alzare la voce”. ( Santa Teresa).

L’orazione continua nella vita: “Il tuo desiderio sia di vedere Dio, il tuo timore di perderlo, il tuo dolore di non goderlo e la tua gioia ciò che potrà condurti alla vita eterna: solo così vivrai in una gran pace”. Teresa di Gesù

 

Tutto è dono di Dio

error: Attenzione stai tentando di copiare un contenuto protetto da copyright ti ricordiamo che la violazione del copyright è perseguibile a norma di legge