Fioritura per la festa della Madonna della Salute nell’Unità Pastorale Velletri Nord

 

Festa della Madonna della Salute a Velletri | Notizie in ControluceNell’Unità Pastorale Velletri  nord Diocesi di Velletri Segni la terza domenica d isettembre si festeggia la Madonna della Salute,  venerata nella chiesa di Santa Maria in Trivio .

La devozione alla Madonna della salute si sviluppò spontanea praticamente da sempre ma dal 1616 con l’esposizione ai fedeli del popolo romano, specie quelli nella sofferenza, di un quadro raffigurante la Madonna con il bambino nella chiesa di S. Maria Maddalena, a Roma, questa devozione crebbe talmente che si costituì a breve la Pia Unione “Salute degli infermi” che aveva nel suo programma il diffondere la venerazione a Maria e attuare opere di carità.

Nel novembre 1668, l’immagine fu incoronata dal Capitolo Vaticano.

Naturalmente questa venerazione si diffuse anche fuori dalle mura romane e la città di Velletri fu una delle prime in cui la devozione alla Madonna della Salute si diffuse prima. La Pia Unione, sotto il titolo della Madonna della Salute, venne così istituita dall’allora parroco di S. Maria in Trivio, D. Giuseppe Morza ed abilitata con Decreto del Vescovo Suffraganeo e Vicario Generale il 20 gennaio 1864. Qualche mese dopo S.S. Pio IX, con Breve del 19 luglio 1864, concedeva a tutti gli iscritti alla Pia Unione di Velletri, le stesse indulgenze e grazie spirituali già concesse alla Pia Unione nella citata chiesa di S. Maria Maddalena in Roma.

Visto che la devozione alla Madonna della salute andava sempre più affermandosi, si decise di collocare 1’immagine della Madonna in una cappella tutta per se e venne scelta la prima “a cornu epistolae”, cioè la terza a destra guardando l’altare che, al tempo era di patronato della nobile famiglia veliterna dei Filippi, già dedicata ai Ss. Filippo e Giacomo Apostoli, S. Francesco d’Assisi e S. Gaetano.

Ricordiamo che il quadro oggi venerato al quale corrisponde la presente immagine  tutt’ora esposta nella chiesa di S. Maria in Trivio fu donato dal cardinal Basilio Pompili nel 1922 e proviene dalla cappella del seminario di Norma dove era custodito e venerato.

La Fioritura

La fioritura oltre ai luoghi liturgici è stata  realizzata anche nella cappella laterale che custodisce la sacra immagine

 

 

 

 

 

 

 

per l’altare maggiore è stata scelta la fioritura a giardino .

Nel  Cantico dei cantici La purezza e la verginità sono descritte nel giardino chiuso (4, 12)

Di fatto, il giardino è in funzione del suo fiore più bello. Perciò, descrivere ciò di cui è composto significa definire meglio i pregi, le virtù, i favori, la ricchezza di Colei che vi abita.Tra tutti i simboli del Cantico la devozione mariana ha privilegiato quello del «giardino serrato», descritto — come si è detto — con immagini esotiche e “paradisiache” nel capitolo 4 del Cantico. L’archetipo che il poeta ha in mente è quello generativo e materno, valorizzato dalla presenza delle acque fecondatrici (la «sorgente sigillata»). L’idea è, quindi, quella di uno spazio vivo e fecondo, ma soprattutto sacro, come appare dall’insistenza sulla menzione della chiusura e del sigillo. Fecondità e inviolabilità, maternità e verginità, vita e sacralità si fondono insieme e rendono facile l’applicazione a Maria Vergine e Madre. Ma nel dettato originale del Cantico quel giardino “chiuso” incarna soprattutto l’idea di mistero invalicabile, racchiuso nel corpo della donna, mistero che può essere svelato solo per amore e donazione, non conquistato per violenza.

Uno studioso della simbologia biblica, Manfred Lurker, scrive:

«Insieme con la fontana sigillata, conclusus (o clausus) è divenuto un simbolo di Maria e della sua concezione verginale. Nei quadri del tardo gotico tedesco e del primo Rinascimento italiano la Madonna è spesso rappresentata in un giardino fiorito». L’hortus conclusus è, quindi, uno spazio simbolico in cui sono racchiuse tutte le virtù di Maria, incarnate dalle varie essenze, a partire dalla qualità primaria, quella della verginità.

È la rinascita del paradiso terrestre (tra l’altro in Cantico 4,13 si usa proprio il vocabolo di origine persiana pardes, “paradiso”).  A esaltare questo giardino contribuisce anche la simbolica della Sapienza che in Siracide 24,13-17 è tratteggiata come se fosse un parco lussureggiante con una quindicina di specie vegetali. Si intrecciano, cosi, le iconografie di Maria Sposa e Sapienza, Vergine e Madre feconda. La stessa primavera che pervade il Cantico favorisce questa simbologia “botanica” e spirituale, sulla quale si gettano con passione i miniaturisti dei Libri d’Ore. Come dice un anonimo predicatore del Trecento, «Cristo è il nostro re che passeggia nel campo, ove spuntano fiori ed erba. In quel campo appare la santa Maria, colma di fiori; anzi, lei di se stessa afferma: “Io sono il fiore del campo” (Cantico 2,1)». Maria è, allora, raffigurata nell’iconografia come una giovane bella e soave, immersa in un giardino,

Maria è Paradiso terreste, luogo di vita, annunciazione ininterrotta, cuore di una Vergine, centro di emanazione  come paradiso chiuso, realizza tutti i giardini preannunciati dalle Scritture e progettati dal cuore di un Dio desideroso di manifestarsi in una alleanza senza condizioni: «Quasi a Spiritu Sancto plasmata  novaque creatura formata», (LG 53) diventa allora primogenita Figlia di Sion, anticipazione della Gerusalemme celeste, erede  del popolo eletto, tipo esemplare della Chiesa.

La fioritura dell’ambone  è collocata in modo tale da accompagnare lo sguardo dell’assemblea verso l’altare che è prima di tutto Mensa del Signore , punto di unità e  fonte di grazia poiché come affermano i Padri della chiesa è Cristo stesso.

La fioritura  vicino al tabernacolo invece dirige lo sguardo dei fedeli direttamente sul luogo in cui viene custodito il Pane vivo nutrimento della Comunità

 

 

 

 

I fiori , i frutti le essenze

Partendo dalle indicazioni contenute  nelle note pastorali dei vescovi tutto ciò che adorna l’altare è stato posto in modo sobrio e tutti i fiori frutti ed essenze sono recisi in quanto offerti e sacrificatati infatti come recitano le indicazioni  intorno all’altare va posto solo ciò che si consuma come le candele , i profumi dell’incenso e pertanto anche la fioritura.

Per questa fioritura sono stati inseriti anche frutti che hanno un preciso significato biblico e sono usati nell’iconografia cristiana per sottolineare e simboleggiare concetti specifici particolarmente in relazione alla figura della Vergine Maria sono stati  inseriti ;

Il LIMONE

La tradizione cristiana associa l’immagine della pianta di limone a quella della Vergine Maria, in quanto questo frutto ha un dolce profumo, e anche della salvezza divina, perché cresce sotto il sole diretto.

LA MELA

La mela è un simbolo ambivalente: quando viene consegnata dalla Vergine al Bambino, rimanda al tema del peccato originale del quale il Figlio si farà redentore,

Troviamo poi la mela come simbolo di salute, abbondanza e bellezza del creato nei festoni che decorano le pale d’altare, i pulpiti e i fonti battesimali

Nella tradizione biblica la mela è  comunque un dono divino, simbolo della perfezione (ispirato dalla sua forma rotondeggiante) e della bellezza. pertanto  considerata immagine del paradiso, perciò simboleggia la gioia.

I FIORI

I fiori di anthurium  richiamano i sentimenti dell’amore dei figli alla madre, quelli di lisianthus  richiamano alla preghiera di intercessione e ringraziamento  che sale dal cuore dei figli al cuore della Madre , i gladioli , così chiamati sper la loro forma allungata simile al gladio, tipo di spada in uso ai soldati romani, richiamano i fedeli all’intima unione del cuore della madre alle  sofferenze del Salvatore ma anche a quelle di noi tutti suoi figli.

 

 

 

 

LE ESSENZE

La Felce per la particolarità del suo germoglio su se stessa è associata nell’iconografia cristiana al richiamo alla vita Nuova venuta a noi tutti dal si di Maria,  l’eucalipto dal greco eu-Kalyptos “chiuso”, perché le foglie proteggono i fiori fino a quando questi non sono ben fioriti richiamano alla protezione materna  di  Maria sull’umanita,le foglie d phormium, aspidistra e  gradiolo dalla forma lanceolata e allungata ricordano ancora una volta il ruolo di Maria Corredentrice nel disegno di salvezza in partecipazione intima alle sofferenze del Salvatore  e di tutti  noi suoi figli .

Nell’insieme il bouquet delle essenze verdi ci ricorda anche la diversità delle forme di vita  che muore  e rinasce   sottolineando che tutti gli uomini senza distinzione di razza , fede o nazionalità  possono condividere la felicità  del paradiso  verso il quale Maria ci guida con l’esempio e la partecipazione all’Opera di salvezza di Cristo.

 

 

 

 

 

 

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Tutto è dono di Dio

A cura del Servizio di Fioritura Liturgica dell’Unità Pastorale Velletri Nord Diocesi di Velletri Segni Roma

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